(…) “Le zampe di un cane sono quelle di un predatore. I loro artigli devono fare presa sul terreno per poter cacciare la preda. Sull’asfalto questo non è possibile.” (…) “l’asfalto è progettato per farci rotolare delle ciambelle di gomma applicate a diversi veicoli a motore, non per farci passeggiare i cani!” (…).
Facendo una breve ricerca su Internet si può trovare che:
– il primo asfalto al mondo venne posato nel 1834 su alcune strade del distretto siderurgico di Winchester, in Inghilterra;
– nel 1837 venne pavimentata, con lastre di asfalto, la Piazza della Concordia;
– nel 1900, in Italia, per la prima volta, venne usato il catrame su due tratti di provinciale vicino a Lugo di Romagna (RA);
– nel 1913 New York aveva quasi il 50% delle strade asfaltate, Berlino il 40%, Parigi il 10%, Londra il 5%;
– nel 1924 fu inaugurato il primo tratto di autostrada d’Italia, la Milano-Laghi.
Quindi perché ci sono ancora tanti veterinari che consigliano di portare il cane a passeggiare sull’asfalto per fargli consumare le unghie in maniera naturale?
Cos’è l’asfalto?
L’asfalto è un insieme di bitume e materiali inerti di vario tipo. Con esso si crea una superficie industriale dura che inizialmente (circa nel 1835 in Inghilterra) venne utilizzata per eliminare la polvere e il fango dalle strade.
E’ giusto presupporre, quindi, che i primi cani che hanno passeggiato per la prima volta su un pezzo d’asfalto sono vissuti circa 180 fa.
Ma come hanno fatto centinaia di generazioni di cani (e di lupi prima di loro) a non aver avuto bisogno della zampicure?
Le zampe di un cane sono quelle di un predatore. I loro artigli devono fare presa sul terreno per poter cacciare la preda. Sull’asfalto questo non è possibile. Non a caso i circuiti dedicati alla corsa dei cani non sono asfaltati. Inoltre i continui colpi che le unghie subiscono ad ogni passo, sono tutt’altro che salutari.
A questo proposito ci sono due cose che tutti possono notare:
1) quando un cane trova un’area vasta e “morbida” (un terreno fresato da poco, una spiaggia, un prato, un parco-giochi per bambini dove è stata usata ghiaia di fiume, etc.) ci si tuffa a correre a più non posso perché prova piacere per la morbidezza, per la possibilità di “aggredire” il terreno con tutta la zampa e poter scaricare eventuali tensioni muscolari, per la temperatura più fresca rispetto all’asfalto in estate;
2) i cani che hanno la possibilità di muoversi per molto tempo all’aperto su superfici naturali (cani liberi, cani di pastori, cani delle masserie e alcuni cani domestici fortunati) hanno due particolarità: a) non fanno rumore quando camminano lentamente sull’asfalto (o sulle piastrelle di casa) perché hanno le unghie corte; b) la parte terminale delle unghie arrotondata (anziché piatta) proprio perché l’abrasività della terra le consuma in maniera naturale, senza urti, dandogli la giusta forma.
Attenzione però! Questo non significa che un cane che vive libero e trascorre il suo tempo nelle strade cittadine (ad es. un cane di quartiere) non avrà le unghie corte ed arrotondate perché tutti i suoi movimenti avvengono sull’asfalto. Le sue unghie saranno quasi sicuramente corte ed arrotondate ma questo non significa che un cane che vive in casa e che ha le unghie molto lunghe, le accorcerà e arrotonderà camminando sull’asfalto per 1 ora due/tre volte al giorno durante le normali passeggiate.
Asfalto, polpastrelli e aria calda
Le caratteristiche tecniche dell’asfalto e dei pneumatici sono progredite di pari passo negli anni. Gli asfalti usati negli aeroporti, nei circuiti di Formula 1 e nelle strade che percorriamo quotidianamente sono tutti e tre molto diversi anche a seconda del luogo geografico in cui si trovano.
Quindi l’asfalto è progettato per farci rotolare delle ciambelle di gomma applicate a diversi veicoli, non per farci passeggiare i cani!
Il suo colore nero può tornare utile nei periodi freddi perché la superficie tiepida può far piacere ai cani liberi che, in strade raramente frequentate, si stendono per riscaldarsi. Ma in estate è da evitare tranne la mattina presto e al tramonto inoltrato: il problema non è solo per i polpastrelli ma anche per l’aria molto calda che i cani (molto più bassi di noi) si troverebbero ad inalare soprattutto se di piccola taglia.
Il taglio delle unghie
Portando i cani a vivere nelle nostre case li abbiamo costretti a passare molto tempo fermi. Questo, unito a passeggiate cittadine al guinzaglio, ha finito per richiedere il taglio delle unghie anche per loro.
Tagliare le unghie al proprio cane è un’operazione che chiunque dovrebbe imparare a fare. Il problema maggiore non è l’aspetto tecnico (come e quanto tagliare) ma la sopportazione del cane a quel forte “tack!” quando viene tagliata l’unghia e la sua tolleranza alla manipolazione delle zampe. Questi due aspetti condizioneranno l’accettazione o meno del cane a continuare a farsi tagliare le unghie per tutta la vita. Per questo saranno fondamentali la pazienza, l’empatia e il non voler tagliare a tutti i costi tutte le unghie in un’unica seduta.
Per imparare a tagliare le unghie del vostro cane rivolgetevi al vostro veterinario o ad un toelettatore che abbia davvero la voglia di adattarsi ai tempi e ai bisogni del vostro cane.
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