Su Internet è molto facile trovare dei video in cui i cani vengono spaventati per imparare a fare, o no fare, alcune cose.
Questo modo tutto umano di vedere le cose, fa parte di un retaggio culturale in cui è ancora presente l’idea che “Quando un cane non le capisce con le buone si devono usare le maniere forti”, oppure “Ah, i bei metodi di una volta! Quelli si che facevano capire al cane come obbedire!”
Su Youtube si può vedere anche un’altra versione dell’instillare paura ad un cane per insegnargli qualcosa. Bisogna digitare le parole “guilty dogs”, ovvero “cani colpevoli”.
In tutto questo c’è una cosa molto grave che facciamo noi umani, giochiamo con le emozioni più ancestrali dei cani, deridendoli, vessandoli e umiliandoli. E troviamo tutto questo molto simpatico e innocente.
Rilevo due aspetti principali in questo nostro comportamento che vale la pena analizzare.
Immaturità emotiva
Dal punto di vista empatico, l’immaturità emotiva implica delle difficoltà nel comprendere e considerare i sentimenti altrui. Questo porta ad una mancanza di connessione emotivo/emozionale, egocentrismo e incapacità di essere realmente d’aiuto ad un cane quando esce fuori dalla sua finestra di tolleranza delle emozioni. Questo è presente anche in chi è convinto che sia necessario dimostrare superiorità nei confronti del cane perché potrebbe non essere ascoltato o perché potrebbe prendere un qualche strano sopravvento sulla famiglia (vedi la superata Teoria del Capobranco). Ma le realtà è molto diversa.
Conseguenze nel cane che sta provando paura
Fare in modo che un cane si comporti diversamente usando la paura non funziona. Nei cuccioli è solitamente meno evidente, ma negli adulti è sicuramente più chiaro soprattutto quando sono stai già trattati male in passato.
Gli occhi che tendono a chiudersi, il corpo che cerca di farsi piccolo abbassando la testa, curvando la schiena e infilando la coda tra le gambe, ma anche il mostrare i denti con timidezza o mettersi di spalle a noi e il cercare di nascondersi, sono tutti segni evidenti della paura.
Quando un animale prova paura, la sua capacità di ragionare e pensare in modo chiaro viene completamente bloccata. Questa reazione attiva le aree più primitive del cervello, quelle che non necessitano di processi cognitivi complessi. Forse per questo ci sono umani adulti che sono stati educati con metodi autoritari e poi replicano gli stessi errori con i propri cani, senza capire cosa stanno davvero facendo. Quando un cane ha paura, non si sta apprendendo in modo costruttivo; sta solo sviluppando una reazione automatica. Non c’è comprensione, non c’è insegnamento.
Ovviamente, in alcuni casi, la paura potrebbe avere un’utilità. Se il mio cane si libera dal guinzaglio e corre verso la strada, un urlo spaventoso potrebbe farlo tornare indietro. Ma dobbiamo essere ben consapevoli che si tratta di situazioni limite, di rarità, in condizioni in cui il cane non dovrebbe nemmeno trovarsi. Ma c’è anche una probabilità maggiore che il cane corra ancora di più se ci mettiamo ad urlare!
Questo approccio non può e non deve essere esteso all’educazione e alla crescita persona di un cane perché, diversamente da quello che normalmente dovrebbe accadere, noi stiamo inducendo paura nel nostra cane per obbligarlo a fare/non fare qualcosa senza che lui possa capirne il motivo.
Per esempio, se il cane sta facendo qualcosa di oggettivamente innocuo dal suo punto di vista, come prendere in bocca una nostra ciabatta o rosicchiare la gamba di un tavolo di legno, farlo smettere con la paura è sbagliato e ingiusto nei sui riguardi. Soprattutto non esiste un metodo veloce; ci vuole comunque del tempo.
Utilizzare la paura crea risposte automatiche, come la fuga o il blocco, che vediamo anche in alcuni video, dove i cani fuggono spaventati o restano immobili. Una relazione basata costantemente su questo tipo di dinamica può portare a un attaccamento traumatico e a vari problemi comportamentali.
Allora, qual è l’alternativa?
Per me, è innanzitutto quella di capire che l’uso della violenza dev’essere rifiutato. Che sia fisica o psicologica, e indipendentemente da qualunque intensità abbia, dobbiamo rifiutarci di usarla.
La seconda è informarsi su cosa sia la Teoria della Finestra di Tolleranza delle emozioni perché può essere di grande aiuto sia a noi che per loro.
La terza è contattare un educatore cinofilo che possa aiutarvi a capire meglio il vostro cane, come rispettarlo e come entrare in sintonia con le sue emozioni.